di Lorenzo Parolin[L8/740]
Siamo o non siamo liberi? Sì, siamo creature libere. Ma non libere in senso assoluto (non siamo onnipotenti), bensì in qualità di creature. Ciò implica che abbiamo la possibilità di scegliere tra un ventaglio di opzioni, ma attenzione , le azioni non sono tutte di uguale valore, bensì hanno bontà a scalare, ossia sono buone, meno buone, scadenti e cattive, tanto da produrre come conseguenze la vita eterna o la morte eterna, a seconda che l’attore scelga il massimo bene possibile oppure un bene di grado inferiore (chiamato male). Le conseguenze del nostro fare, dunque, non siamo noi a definirle a piacere: sono preordinate dal Creatore
Siamo liberi di scegliere le azioni, ma non le reazioni.
Logica vorrebbe che ognuno scegliesse il suo massimo bene, ma la libertà è una facoltà di grado così elevato da consentirci di auto inchiodarci al bene o al male per l’eternità. Qui sta la grandezza dell’uomo: poter decidere la propria sorte. A questo punto uno potrebbe dire: “Che libertà è mai quella in cui se sbagli a scegliere puoi avere delle noie di ritorno?” Allora davvero non siamo liberi! È vero, il bene e il male stanno sopra di noi, perciò non siamo indipendenti da essi. Siamo solamente liberi di scegliere ciò che più ci piace, ma ovviamente dobbiamo sopportarne le conseguenze. La vita è mia, ne faccio ciò che voglio, la posso anche bruciare! Dio, creatore buono, ci chiama alla vita (ce ne fa dono) e ci orienta al bene perché desidera che otteniamo il massimo possibile da essa. Questo massimo, però, coincide con l’esatta esecuzione della Sua Volontà, perché “In sua volontade è nostra pace”. Noi siamo liberi di aderire o di opporci alla Sua Volontà, ma è nostra convenienza dire: “ Eccomi, si compia in me la Tua Volontà : voglio quello che vuoi Tu”. A questo punto ci si può chiedere a che cosa serva la libertà se il proprio meglio è già stato programmato e se la scelta del proprio bene è praticamente obbligata! Serve proprio perché la via obbligata sia scelta in modo cosciente, e non meccanicamente. Volendo, potremmo comportarci anche da autolesionisti: siamo liberi di sminuirci. Il Creatore propone il grado superiore, ma la creatura può accettarlo o scegliere un grado inferiore o infimo, ossia l’ inferno.
C’è già un ordine che ci precede. Possiamo farlo nostro con gioia massima, ma possiamo anche rifiutarlo raccogliendo di meno. È sciocco sminuirci? Sì, ma siamo liberi di farlo.
La libertà è sinonimo di possibilità, ma se è ben usata, sconfina nella necessità.